giovedì 30 ottobre 2008

Storia di un bacio

Me l'ha detto martedì. Ha scelto di venire in Italia tre giorni per una "vacanza" a casa mia, e me l'ha detto. Io sdraiato a pancia in giù sul letto a leggere, lui appoggiato al pilastro con una tazza di tè in mano. L'ho baciato a lungo, credo cinque, sei minuti filati, senza dire nulla o permettergli di parlare. Non è il mio ragazzo, non lo sarà mai, non mi è mai frullato per la testa che potesse esserlo. Ma quel gesto, che è venuto spontaneo, è in genere quello proprio di due innamorati, uno degli atti più intimi, più carichi di significato che due ragazzi possano compiere. E' quando bacio che mi abbandono ad un altro e lo sento mio per la prima volta.

Non so esattamente perché l'ho fatto così d'improvviso, davvero... e mi sono reso conto solo dopo del significato che quel gesto ha avuto per lui (con le lacrime agli occhi) e per me, che negli ultimi anni ho pian piano superato tutti gli stupidi tabù messimi in testa da mia madre, dal mondo in cui sono vissuto quando il caso scoppiò... perché una cosa è superare razionalmente le cose, un'altra è che di istinto tu sappia cosa fare immediatamente. "Stefano, I'm 22. I'm very hill. I'm hiv positive". Jean, tranquillo, ti aspettano ancora molti baci.

lunedì 27 ottobre 2008

Human Hourglass



Il video della Sidection “The Human Hourglass” riesce, grazie ad un linguaggio metaforico, a comunicare in modo molto diretto messaggi che devono divenire oggetto di riflessione dello spettatore. Il primo importantissimo dato è che davanti all’AIDS siamo tutti uguali, non ci sono divisioni di religione, orientamento, razza, fascia di reddito, pratiche sessuali: siamo nudi.

Questo nemico comune deve poi essere affrontato in tempo, perché colpisce inesorabilmente una massa di corpi indistinta. Le due metà della clessidra, caratterizzate dalla presenza di una luce calda e una fredda, da un movimento e da una stasi, sono divise da un singolo foro dove può passare una sola persona, in modo cadenzato e costante.

Ignorare questo singolo individuo significa anche condannare sé stessi e gli altri. Unire le forze è l’unico modo per prevenire, per fare in modo che una persona non si ritrovi sola a dover affrontare la malattia.

giovedì 23 ottobre 2008

Olocausto taciuto a Lecco

Il MILK inizia le proprie collaborazioni ufficiali con le altre associazioni glbt partendo da Lecco, dove sarà ospite di Renzo e Lucio per un incontro divulgativo aperto a tutti sulle persecuzioni degli omosessuali durante il nazismo. Riportiamo qui sotto il comunicato stampa dei nostri amici lecchesi. Intanto vi ricordiamo il prossimo incontro a Milano: Il suono della Commedia, letture dantesche di Claudio Vela, il giorno 8 Novembre.


ASSOCIAZIONE RENZO E LUCIO
MARTEDI 28 OTTOBRE 08
ALLE 21.00 VIA CALLONI 14
LECCO

L'olocausto taciuto
la persecuzione degli omosessuali durante il nazismo

interverrà

Stefano Aresi
(Circolo di cultura omosessuale Harvey Milk, Milano)

Si è parlato spesso dell’atrocità della persecuzione nazista nei confronti degli Ebrei, o dei politici contrari al regime, ma poco si è parlato della persecuzione degli omosessuali nei campi nazisti. Il triangolo rosa era il marchio, di stoffa, che nei campi di concentramento nazisti veniva cucito sulla divisa degli internati per omosessualità, considerata un crimine in base al paragrafo 175 del codice penale tedesco.
Durante il Nazismo in Germania i rapporti omosessuali, allora considerato “sterili” ed “egoistici”, vennero visti come un tradimento alle politiche demografiche di potenziamento del popolo, non essendo gli omosessuali in grado di riprodursi. Per questo motivo e per le spiegazioni genetiche addotte, da 10.000 a 30.000 omosessuali vennero internati nei campi di concentramento. Il triangolo rosa era stato scelto per scherno nei confronti di chi era giudicato intrinsecamente effeminato: alle lesbiche invece fu imposto il triangolo nero delle “asociali”. Coloro che furono imprigionati con il triangolo rosa non sono mai stati risarciti dal governo tedesco. Anzi, alcuni di loro, se si dichiaravano apertamente gay, furono di nuovo imprigionati anche dopo il nazismo. L’emendamento nazista al paragrafo 175 che trasforma l’omosessualità da offesa minore in reato, rimase intatto per 24 anni dopo la fine della guerra.

lunedì 20 ottobre 2008

VOLETE CONOSCERE POPPEA?

Sono stato incaricato di parlare di una delle prossime iniziative cui parteciperà (nel suo piccolo) il nostro oramai caro e affezionatissimo circolo di cultura omosessuale: la rappresentazione, in anteprima mondiale, de “L’incoronazione di Poppea” eseguita dal celebre ensemble La Venexiana in occasione del World Aids Day (1 dicembre, per chi non lo sapesse). Questo evento è organizzato da ASA grazie al contributo di alcuni generosi sponsor (BPM, la Provincia di Milano, il CIG-Arcigay Milano, Pier pour hom, Notiziegay.com), e grazie all'appoggio e al lavoro comune e coordinato di istituzioni e associazioni milanesi (la Provincia, l'Assesorato alla salute del comune, il Milk, Lila Milano, Anlaids Lombardia, Matrici Culturali, Musica Reservata).

Un melodramma barocco potrebbe apparentemente destare l’interesse solo di un pubblico ristretto, di nicchia; io sono convinto che, in realtà, ciascuno di noi possa trovare in questa iniziativa un motivo per esserci. Anzitutto i proventi ricavati dalla serata saranno interamente utilizzati dall’ASA (Associazione Solidarità Aids) per un progetto di accompagnamento dei malati di hiv. Una buona causa, quindi. ASA è accanto ai sieropositivi e alle loro famiglie dal 1985, ed ha all'attivo numerosissime iniziative di sensibilizzazione e sostegno pratico e psicologico (www.asamilano.org).

Inoltre, numerose scelte “audaci” (l’ambientazione della regia nel Giappone del dopoguerra, in cui erano mescolati oriente e occidente, con l’allusione a note scene di film hollywoodiani, tanto per fare un esempio) renderanno sicuramente non solo questo spettacolo piacevole, ma sapranno intrigare e appassionare anche chi per la prima volta si accosta al mondo dell'opera.

E ancora, se questo non dovesse essere sufficiente per stuzzicare il vostro interesse, parliamo dei temi de “L’incoronazione di Poppea”, ancora oggi attualissimi, ovvero Sesso e Potere. La trama considera, a differenza di Renato Zero, una serie di triangoli (non necessariamente sessuali...): anzitutto quello tra Poppea, Nerone e Ottone, e poi quello tra Ottone, Drusilla e Poppea, la quale, sfruttando l’amore dell’imperatore, riuscirà a diventare imperatrice ai danni di Ottavia, legittima moglie di Nerone. Potrebbe quindi trattarsi per alcuni di una alternativa nuova agli ormai imminenti show defilippiani, anch’essi ad alta concentrazione di “Poppee”.

I pregi di questo spettacolo sarebbero ancora tanti da elencare (ad esempio i numerosi siparietti comici ricchi di doppi sensi a sfondo sessuale, che non guastano mai) ma per ora preferiamo lasciarvi così, con questo breve assaggio, anche se il primo dicembre non è lontano. Sappiate, comunque, che torneremo ancora a parlare di Poppea prossimamente. Intanto, per i più curiosi, ecco l'indirizzo del sito internet del'evento: http://www.poppeamilano.it/.


I biglietti di ingresso (da 40, 28 e 16 euro) sono in vendita da lunedì 20 ottobre presso:

Pier pour hom, viale Gorizia 14. Tel.: 02.89075230. Dal Martedì al Sabato, dalle ore 11.00 alle 19.30.Domenica e Lunedì dalle ore 14.00 alle 19.00.

ASA, via Arena 25. Tel.: 02 58107084.Dal Lunedì al Venerdì, dalle ore 15.30 alle ore 18.30.

Contribuisci anche tu, e scopri perché "Roma brucia di passione"!

mercoledì 15 ottobre 2008

Il suono della Commedia

Negli ultimi anni Dante sta tornando in auge. Talora, però, viene da credere che avrebbe preferito farsi affogare nella palude degli irosi da Filippo Argenti piuttosto che consegnare a noi posteri i suoi capolavori: una recente pubblicità lo manda a scrivere la Commedia sui rotoli di carta igienica, Giobbe Covatta lo "stupra" con le sue imitazioni, l'anno scorso era pure stato soggetto del tema di letteratura per l'esame di maturità (come naturale) venendo però non solo evitato come la peste dagli studenti, ma anche incompreso da chi aveva scritto la traccia... A breve, temo arriveremo al calendario osé di Beatrice live@Paradise...

Ultimamente, poi, è diventato di moda sparare al finocchio con cartucce marca 'Dante srl': vi ricordate il buon Andreotti? In merito alla questione DICO ebbe a dire: "Non sarebbe male se tutti, compreso Prodi, si andassero a rileggere Dante: i sodomiti nella Divina Commedia finiscono all'Inferno. Non c'è un quarto girone che si crea per decreto legge". A Giugno, invece, in occasione del Bologna Pride 08, Davide Rondoni ha pensato bene di utilizzare la Commedia per la solita campagna "i gay non vanno in Paradiso" o, per meglio dire, per l'ancor più classico e commovente "noi vi amiamo misericordiosamente anche se siete dei luridi peccatori pervertiti".

Povero Dante! Che ha fatto di male? Perché c'è chi pretende di trovare appoggio alle proprie bislacche convinzioni sui nostri diritti utilizzando un testo poetico di un genio che, nato nel 1265, il problema non poteva proprio porselo nei termini in cui possiamo farlo noi? Boh!

Siccome ci risulta impossibile portare una corona d'alloro sulla mai realmente identificata tomba del bistrattato Dante (onde riparare alle colpe di chi lo strumentalizza) noi del MILK abbiamo deciso di organizzare una bella Lectio Dantis (per chi non fosse pratico del latinorum: una lettura dantesca) per il puro gusto di fare qualcosa di bello in compagnia dei nostri concittadini milanesi e apprezzare il poeta per ciò che ha scritto. Rassicuriamo subito gli eventuali dubbiosi: non utilizzeremo l'Alighieri come testimonial per la nostra perfiderrima campagna filo-omosessuale (al contrario di chi lo usa per giustificare le proprie posizioni di morale sociale, ferme giusto giusto tra il XIII e il XIV secolo...).

Il titolo già dovrebbe rassicurarvi: "IL SUONO DELLA COMMEDIA: Percorso - con qualche deviazione - all'interno del poema dantesco".

Si plachino subito gli amanti della trita barzelletta del "contro natura": le deviazioni citate non hanno nulla a che fare con la vostra bigotta visione della affettività, e nessuno tenterà di dimostrarvi che Dante e Virgilio fossero più intimi di quanto noto o che Beatrice fosse dedita a pratiche non più che ortodosse per raggiungere il sommo piacere.

A tenere la lettura sarà Claudio Vela, (non quindi Raffaella Carrà come qualcuno poteva temere), docente presso l'Università di Pavia/Cremona, già noto al pubblico per le sue performance dantesche al Festivaletteratura di Mantova (ad esempio) e per i sui lavori per Mondadori, Adelphi, Garzanti, Einaudi, Salerno, Bulzoni, Olschki, CLUEB, ecc...
La location prescelta è la prestigiosa Casa della Cultura, non quindi il Sodoma Party del Gomorra Village.

Partendo proprio dallo stracitato caso di Brunetto Latini, Vela accompagnerà per mano anche i meno preparati alla trecentesca "lingua del bel sì" alla scoperta del capolavoro. E siccome, una volta passati a miglior vita, tutti noi saremo costretti a comprarci un ombrello di amianto per ripararci dalla pioggia di fuoco che ci toccherà sopportare durante il nostro eterno soggiorno nel settimo cerchio, per non peccare di avarizia e rischiare di finire anche nel quarto a spingere massi, l'ingresso sarà gratuito: tutti quindi potranno venire e assorbire qualcuna delle briciole di saggezza che Vela ci donerà. Quando? L'8 Novembre prossimo, alle ore 21 (http://www.milkmilano.com/circolo_di_cultura_omosessuale_milk_milano/i_prossimi_appuntamenti.php).

lunedì 13 ottobre 2008

Insieme per tutta la vita, anzi oltre

Facciamo un gioco. So che vi piacciono. È un’associazione di idee: se vi dico “Rimini” cosa vi viene in mente?

Piadina, bravi… balera, esatto… poi? Mmm dopo i bagnini e le discoteche etero? Ehm no quello non lo posso scrivere, mi censurano… forza, dai un ultimo sforzo… cedete?

Beh dovete sapere che a Rimini in questi giorni è stata accolta una proposta della sinistra radicale: sia chiaro, non è questa la notizia, per quanto clamoroso sia l’evento, che voglio raccontarvi, ma il contenuto della richiesta.

Le “coppie di fatto” che ad oggi ricevono ben poche garanzie da parte dello stato, nel comune di Rimini potranno però godere di un particolare privilegio: essere tumulate in spazi attigui.

Con l’investimento preventivo e che si spera sia al più lungo termine possibile, acquistando i loculi è possibile che due persone non unite dal matrimonio ma dall’affetto, siano anche dello stesso sesso, almeno al cimitero “vengano equiparate alle coppie sposate”.

Insomma tutto questo se non in vita, almeno nella morte. E poi guai a chi mi dice che nell’aldilà non c’è giustizia!

Mi rimane qualche dubbio: che cosa serve, oltre ai loculi di proprietà? “Basta semplicemente la stessa residenza anagrafica” recita il comunicato: semplice, sembrerebbe!

Ora ci attendiamo una protesta del comitato becchini cattolici e del sindacato dei giardinieri che hanno fatto l’obiezione di coscienza. Si accettano anche i ricorsi delle PBI (Perpetue Bigotte Italiane) e del CSD (Comitato Salvaguardia Defunti) infastidito da una “scomoda vicinanza”.

Noi, dal conto nostro, siamo qui, in attesa e col sorriso, pronti a riportarvene notizia. Alla prossima.

Parole I sepolcri - Foscolo

Note Two Hearts – Phil Collins

Fonte: City Milano, mercoledì 1 ottobre ’08, pag. 6

venerdì 10 ottobre 2008

Human Ball



Negli ultimi anni l’AIDS è stato un tema discusso ma, purtroppo, alcune prese di posizione con gli anni si sono rivelate sbagliate. L’allarmismo e il terrorismo psicologico molte volte sono tanto dannose quanto le mancate precauzioni. Negli ultimi anni si è quindi cercato di ricorrere a filmati per illustrare le tematiche legate all'AIDS scegliendo come immagini delle allegorie e dei messaggi precisi, diretti, ma mai catastrofici. In questo video saltano subito all’occhio la povertà di colori dei personaggi virtuali e, sul piano opposto, il canto della madre che accompagna le immagini.

Vengono denunciate sia la velocità sia le dimensioni con i quali il contagio può essere trasmesso ed espandersi, distruggendo ogni cosa, nei paesi in cui non sono garantiti un corretto sistema di informazione, l'accesso diretto ed effettivo alle cure e le reali possibilità di prevenzione. Ciò che, a mio avviso, rende particolarmente rilevante il filmato è il lanciato sul finale, un messaggio purtroppo diffuso troppo poco: è possibile fermare l’AIDS, è possibile arginarlo, è possibile, con le dovute precauzioni, imparare a conviverci.

Ma non sempre si hanno le risorse per farlo, e il video denuncia che per fermare, o almeno frenare, i danni del virus dobbiamo collaborare e fornire i mezzi per farlo anche a chi non li possiede. Non si tratta solo di un impegno sociale, frenare le conseguenze di questa diffusione significa anche un domani avere meno ripercussioni a livello personale.

Sta a noi agire, in qualunque modo si decida di farlo, per sconfiggere un nemico comune.

martedì 7 ottobre 2008

VIVERE A MODO TUO

Se mi chiedessero: "Quale è il più grande locale gay di Milano?", mi verrebbe spontaneo precisare "Esclusa l'Ikea?". Perché sì, dai, ammettiamolo, noi finokki impazziamo per la grande catena svedese. Basta fare un giro il sabato pomeriggio nei suoi negozi per notare che tra bimbi urlanti che affogano rovinosamente tra le palline colorate e coppiette di futuri sposini etero ripieni di polpettine low price la presenza di coppie omo è abbastanza massiccia. Credo Ikea lo sappia, e lo sappia bene.

Leggendo uno dei numerosi giornali gratuitamente distribuiti alle uscite dalla metropolitana non mi son quindi stupito più di tanto nel vedere la pubblicità del nuovo catalogo Ikea 2009 (con tanto di allegra coppietta di fanciulli appollaiati su un divano-letto matrimoniale). Questa pubblicità ha aperto in me una serie di considerazioni. Guardate bene questa immagine. Credo che Ikea - come tante multinazionali che desiderino risparmiare - realizzi le proprie pubblicità in paesi civili (quali la Svezia, appunto) e poi le rigiri alle sue filiali perché adattino i testi (anche in paesi barbari quali l'Italia). Lo premetto, quanto scritto a seguito è mero frutto di una mia "pippa mentale"... ma mi chiedo sinceramente se questa coppia in altri paesi europei non sia gay, perché - guarda un po' - in Italia essa è semplicemente composta da "amici", o, per meglio dire, da due amici che vanno verso i quaranta e vivono insieme, hanno un divano-letto matrimoniale rosa su cui si assidono in modo particolarmente gioviale (beh, sono amici no?), con sotto la scritta "VIVERE A MODO TUO", e - attenzione attenzione - il seguente testo: "Francesco ed Enrico (...) soci IKEA FAMILY", benché - ahimé - semplicemente "COINQUILINI".

"Bojadeh!" direbbero a Livorno. Io non ho nulla contro i coinquilini, sia chiaro, anche quelli di 64 anni e mezzo e che si chiamano Mariolino e Uguccione. Ma siccome la cosa mi puzza di bruciato (all'inizio pensavo fosse solo il nuovo profumo di CK appena spruzzatomi, e invece no), passato qualche giorno sono andato quatto quatto sul sito ikea.it... e cosa mi vedo? Una differente copertina del catalogo, con signorina single nel medesimo, identico, spiaccicato ambiente ma senza abiti maschili buttati sul divano e senza amiconi per la pelle. Penso sinceramente che Ikea Italia non abbia in realtà fatto caso al messaggio subliminare che poteva derivare dalla copertina del catalogo: dubitiamo infatti tutti della ipotesi che tra i suoi addetti marketing, i suoi designer, i suoi fioristi, i suoi texile designer, i suoi arredatori di interni (e, a questo punto, anche tra le coppie omo sue clienti) vi sia qualcuno che abbia mai avuto anche lontanamente a che fare con il mondo gay, vero? Quella nella foto è una semplice coppia di coinquilini, e io ci ho proiettato sopra il sogno della mia vita. Capita. Mi fa solo piacere, poi, sapere che i coinquilini dello stesso sesso possano aver diritto alla Family Card o come cacchio si chiama.

Come dicevo, la mia "pippa mentale" è solo la proiezione di una speranza, quella che le multinazionali (tra cui Ikea e molte compagnie aeree) che all'estero si mostrano davvero gay-friendly, un giorno scelgano di fare anche qui tra gli italici buzzurri della palese, manifesta e aperta pubblicità rivolta al mondo gay, o declinata in versione gay, come già abitualmente fanno al di là dei confini nostri (e parlo delle stesse identiche aziende, sia chiaro). Questa cosa aiuterebbe di certo il processo di integrazione, oltre che la normalizzazione delle coppie omo agli occhi del pubblico meno preparato (penso sempre a mia nonna Clotilde). Oltretutto, sentiremmo più vicine marche che all'estero non han mai avuto problemi a mostrarsi nostre "amiche", ma che in Italia han paura di cadere in polemiche con le solite anatre familistico-cattoliche.

Facciamo oltretutto due conti: noi finokki e lesbiche siamo variabilmente tra il 6 e il 10% della popolazione, e le anatre di cui sopra credo siano numericamente un bel po' di meno in realtà (il moige, ad esempio, è composto da quattro bigotti sciammannati - davvero ben organizzati, ammettiamolo - ma pochi e rappresentanti di se stessi soli e di null'altro). Noi gay e lesbiche per i commercianti siamo senza dubbi un mercato: chi ci ama (o chi semplicemente è furbo) dovrebbe avere vantaggi a mostrarsi apertamente come nostro amico, poiché nel libero mercato potremmo anche noi iniziare ad operare scelte di stampo - diciamo così - "ideologico", scegliendo di VIVERE A MODO NOSTRO anche gli acquisti più inaspettati. Il MILK lo sta già facendo: abbiamo infatti iniziato una campagna di convenzione con esercizi commerciali di qualunque genere (dall'officina meccanica al panettiere) che non abbiano paura ad esporre il nostro logo e la bandierina rainbow e a garantire qualche piccolo vantaggio materiale ai nostri soci. Se devo andare dal salumiere, d'ora in poi, andrò per certo da quello che non ha paura di dire al mondo che è contento di avere clienti glbt. Più di un commerciante ha detto: "Era ora che qualcuno venisse a proporcelo". Già... chissà se mai il messaggio arriverà anche alle grandi imprese...: attenti signori, potremmo davvero iniziare a scegliere...

giovedì 2 ottobre 2008

Mettere le cose in piazza


L'idea era nostra, ve lo giuro! Beh, non era proprio originale, ma vi assicuro che l'abbiamo partorita. Come sempre, ci hanno preso in parola e qualcuno è arrivato prima...

E' sempre stata nostra intenzione parlare in modo forte e originale dell'AIDS, rendere la questione ancor più visibile. C'è chi ci ha battuti, di sicuro stupendo, mettendo letteralmente il tutto in piazza. È successo a New York, nella parte centrale della Grande Mela, dove è stata dedicata una piazza “alle persone con A.I.D.S.”

L'iniziativa solleva domande: è un modo per sensibilizzare, per far capire alla popolazione l'esistenza del problema e per sottolineare magari una certa vicinanza della città, dell'autorità e del potere a tutti gli hiv+? Di questo, si sa, ce n'è sempre un immenso bisogno.

Parto da questa notizia per comunicare che dai prossimi giorni, fino al primo dicembre, il Blog di MILK MILANO aumenterà la propria attenzione sulla tematica delle malattie sessualmente trasmissibili e sull'AIDS. Tenetevi pronti, e grazie!


Fonte: http://community.livejournal.com/newyorkers/3746051.html