
Se ci pensiamo bene, il potere è dominio e credibilità e un “pulpo” (polpo è il dispregiativo in Sicilia per chiamare gli omosessuali, asessuati come l’animale) è una categoria odiata. Un membro del clan deve essere uomo e non può che essere così. Chi ha "il vizietto", non è mafioso: il gay è debole tra i virili, non deve essere, e al massimo, se capita, non deve essere fatto sapere. Pena: il disprezzo estremo e l’esclusione dal potere o, addirittura, dalla vita.
Il breve documentario sugli “arrusi” fa luce sulla questione ed è ben fatto, con inserti cinematografici ed interessanti contributi di interviste e commenti. Visto che questa aberrante abitudine dei “picciotti” non è nota ma duratura e che i servizi della trasmissione rimangono on-line una settimana, approfittatene e fatevene un’idea, perché “non solo un mafioso può essere omosessuale, ma tra i padrini si nasconde qualche madrina”
Guarda il video: http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=reality&video=19061
Nessun commento:
Posta un commento