
ASSOCIAZIONE RENZO E LUCIO
MARTEDI 28 OTTOBRE 08
ALLE 21.00 VIA CALLONI 14
LECCO
MARTEDI 28 OTTOBRE 08
ALLE 21.00 VIA CALLONI 14
LECCO
L'olocausto taciuto
la persecuzione degli omosessuali durante il nazismo
interverrà
Stefano Aresi
(Circolo di cultura omosessuale Harvey Milk, Milano)
Si è parlato spesso dell’atrocità della persecuzione nazista nei confronti degli Ebrei, o dei politici contrari al regime, ma poco si è parlato della persecuzione degli omosessuali nei campi nazisti. Il triangolo rosa era il marchio, di stoffa, che nei campi di concentramento nazisti veniva cucito sulla divisa degli internati per omosessualità, considerata un crimine in base al paragrafo 175 del codice penale tedesco.
Durante il Nazismo in Germania i rapporti omosessuali, allora considerato “sterili” ed “egoistici”, vennero visti come un tradimento alle politiche demografiche di potenziamento del popolo, non essendo gli omosessuali in grado di riprodursi. Per questo motivo e per le spiegazioni genetiche addotte, da 10.000 a 30.000 omosessuali vennero internati nei campi di concentramento. Il triangolo rosa era stato scelto per scherno nei confronti di chi era giudicato intrinsecamente effeminato: alle lesbiche invece fu imposto il triangolo nero delle “asociali”. Coloro che furono imprigionati con il triangolo rosa non sono mai stati risarciti dal governo tedesco. Anzi, alcuni di loro, se si dichiaravano apertamente gay, furono di nuovo imprigionati anche dopo il nazismo. L’emendamento nazista al paragrafo 175 che trasforma l’omosessualità da offesa minore in reato, rimase intatto per 24 anni dopo la fine della guerra.
Nessun commento:
Posta un commento